di Oscar Wilde
traduzione di Gianni Garrera

adattamento e regia Luca De Fusco
con Eros Pagni , Gaia Aprea , Anita Bartolucci, Alessandro Balletta, Silvia Biancalana, Paolo Cresta, Gianluca Musiu , Alessandra Pacifico Griffini , Giacinto Palmarini, Carlo Sciaccaluga , Francesco Scolaro, Paolo Serra , Enzo Turrin
scene e costumi Marta Crisolini
disegno luci Gigi Saccomandi
musiche Ran Bagno
coreografie e aiuto regia Alessandra Panzavolta
installazioni video Alessandro Papa

debutto: Teatro Grande (Pompei), 21 giugno 2018

in coproduzione con
Teatro Stabile di Napoli - Teatro Nazionale
Teatro Nazionale di Genova
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Poche volte si verifica un caso di un titolo tanto noto quanto poco rappresentato. Salomè è un grande archetipo, un simbolo eterno di amore e morte ma la sua versione lirica è comunemente rappresentata mentre il capolavoro di Wilde sembra destinato più alla lettura che alla rappresentazione. In effetti i registri che Wilde usa oscillano tra il drammatico, l’ironico, l’erotico, il grottesco in una miscela che è effettivamente molto ambigua e di difficile rappresentazione proprio per i suoi meriti, ovvero per la sua originalità, che la fa solo in apparenza somigliare ad una tragedia greca mentre in realtà ci troviamo di fronte ad un’opera unica nel genere. È inoltre enigmatica ed inafferrabile la natura della protagonista e il suo desiderio di amore e morte che non trova logiche spiegazioni.

Perché allora affrontare una sfida così difficile? Innanzitutto, appunto, per il gusto delle sfide. Uno dei modi di innovare il repertorio teatrale non è solo quello di incoraggiare la nascita di nuovi testi, come pearaltro facciamo frequentemente, ma è anche quello di rimettere in circolazione opere che sono uscite dai cartelloni per pigrizia mentale, per abitudine, per poco coraggio, di registi e teatri. Salomé è inoltre perfetta per il Teatro Grande di Pompei, essendo ambientata in epoca romana e non greca, come la maggior parte dei testi che rappresenteremo nel triennio che ci aspetta. È poi nota

la mia passione per le contaminazioni tra teatro, danza, musica, cinema. Salomè, con la sua luna piena incombente e allucinata, con la sua danza dei sette veli, sembra quindi un testo ideale per questo teatro “spurio” che prediligo da molto tempo.

Credo inoltre di aver qualcosa da dire sulla natura della protagonista. Credo che l’amore/odio di Salomé per Iokanaan sia figlio di quel desiderio mimetico su cui il grande antropologo René Girard ha scritto pagine memorabili. In sostanza, a mio avviso, Salomé ama talmente il profeta da volersi trasformare in lui stesso. Non può e non vuole uscire da una dimensione narcisistica dell’amore e quindi si specchia nel profeta. Questa intuizione, spero felice, porterà ad un finale sorprendente che preferisco non rivelare. Ma affrontiamo la sfida anche perché ci basiamo su un quartetto di attori di eccezione come Eros Pagni, Gaia Aprea, Anita Bartolucci e Giacinto Palmarini che incarneranno rispettivamente i ruoli di Erode, Salomè, Erodiade, Iokanaan. Questo progetto apre un ciclo di collaborazioni tra i teatri Stabili di Napoli e di Genova che vede coinvolti Marco Sciaccaluga e il sottoscritto come registi “pompeiani”per il prossimo triennio.

Luca De Fusco