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mercoledì 8 maggio / Teatro Ambra Jovinelli

LE REGOLE PER VIVERE
prima nazionale

IL TEATRO STABILE DI VERONA A ROMA

ininterrottamente in scena fino al 19 maggio
sabato 11 doppia rappresentazione

ROMA – Mercoledì 8 maggio debutta in prima nazionale al Teatro Ambra Jovinelli di Roma (dove resterà ininterrottamente in scena fino al 19 maggio) l’ attesa produzione del Teatro Stabile di Verona: Le regole per vivere di Sam Holcroft nella traduzione di Fausto Paravidino con la regia di Antonio Zavatteri. Lo spettacolo è coprodotto con Gli Ipocriti Melina Balsamo e con lo stesso Teatro Ambra Jovinelli. Ne sono interpreti quattro degli applauditi attori che con Le prénom hanno chiuso un mese e mezzo fa al Nuovo di Verona (sempre con la regia di Zavatteri) la rassegna Divertiamoci a teatro 2018-19: Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Davide Lorino e Aldo Ottobrino. Insieme a loro sono in scena Elisa Di Eusanio, Orietta Notari e Iulia Bonagura. Le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Alessandro Lai, le luci di Michele Vittoriano, i video di Lorenzo Letizia. Attraverso un originale gioco teatrale che mette gli spettatori nella condizione di partecipare attivamente allo spettacolo, viene raccontato – nello stile plurigenerazionale del Lungo pranzo di Natale di Thornton Wilder – il pranzo di Natale di una famiglia particolarmente “scalcagnata”.

«Le riunioni natalizie – dice il regista – sono lenti d’ingrandimento e spesso amplificatori delle isterie personali e delle tensioni familiari. Le regole per vivere, una delle commedie più clamorosamente comiche rappresentate a Londra degli ultimi anni, mette in scena un pranzo di Natale di una famiglia particolarmente logorata: genitori anziani ormai incrostati di manie e di abitudini, figli non più giovanissimi gonfi di rancore nei confronti di papà e mamma, incastrati in relazioni di coppia a dir poco complicate e frustrati da vite professionali che non hanno avuto il fulgore previsto in gioventù. Tutti quanti fortemente caratterizzati da modalità di comportamento che fanno di loro delle “maschere” profondamente umane e in cui è molto facile riconoscersi.

L’autrice/scienziata Sam Holcroft (che è una biologa) riesce a costruire un’impressionante e originale macchina teatrale: mette noi spettatori in una condizione di gioco attivo comunicandoci, con scritte e cartelli, determinate caratteristiche dei personaggi legate a tic e nevrosi che li determinano. Una sorta di dissezione dei comportamenti e delle relazioni, che produce un’architettura comica di incredibile efficacia. Una festa consueta – conclude Zavatteri – che pian piano diventa, per dirla con Scola, una disastrosa “giornata particolare”».