BLOOD SIMPLE

(Sangue facile, USA, 1984, 99’)

Regia: Joel Coen
Sceneggiatura: Joel ed Ethan Coen
Fotografia: Barry Sonnenfeld
Montaggio: Joel ed Ethan Coen, Don Wiegmann
Musica: Carter Burwell
Interpreti: John Getz (Ray), Frances McDormand (Abby), Dan Hedaya (Julian Marty), M. Emmet Walsh (Loren Visser), Samm-Art Williams (Meurice), Deborah Neumann (Debra)
Interpreti non accreditati: Holly Hunter (voce di Helene Trend), Barry Sonnenfeld (voce extra di Marty)

Trentaquattro anni fa un fulmine bifronte si abbatté sul cinema americano che da quel momento non sarebbe stato
più lo stesso. I fratelli terribili di Saint Louis Park (Joel ed Ethan Coen, ancora separati nell’attribuzione dei ruoli e
destinati a farsi conoscere in breve come “il regista a due teste”) impressero il loro primo, personalissimo marchio
sulla settima arte con un noir dall’impianto in apparenza classico (scoperto il tradimento della moglie con un
suo dipendente, il proprietario di un bar chiede all’ambiguo investigatore che gli ha portato le prove della tresca di
uccidere i due fedifraghi), ma dall’estetica postmoderna, presentano da subito lo stile (dalla messa in scena demiurgica alle inquadrature destabilizzanti, passando per le atmosfere torbide) e le tematiche (la solitudine, l’infelicità, l’egoismo, l’avidità, il cinismo, la meschinità e l’inarrestabile forza del Caos) chiave della filmografia coeniana.
Il gusto citazionista che pervade l’intera pellicola è chiaro sin dal titolo, Blood Simple (“sangue facile”, termine coniato per descrivere l’alterazione mentale subita da chi resta coinvolto troppo a lungo in situazioni sempre più violente), tratto da una frase contenuta nel romanzo di Dashiell Hammett Piombo e sangue (1927, slogan di sicuro impatto sul mercato italiano, ma meno allusivo dell’originale Red Harvest, Raccolto rosso), classico del genere hard boiled al quale i fratelli Coen torneranno ad attingere per il bellissimo Crocevia della morte (1990).