di Carlo G. Gabardini

con Giuseppe Battiston

e con Maria Roveran

regia Paola Rota

debutto: Teatro Alighieri (Ravenna), 10 gennaio 2019

in coproduzione con Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo

Carlo G. Gabardini (1974), è un attore, scrittore e conduttore radiofonico italiano. Per Giuseppe Battiston ha scritto questo testo dove viene indagato il mistero dell’ “uomo Churchill” attraverso la magia del teatro, fra politica, eccessi, inconfondibili aspetti caratteriali, battute celebri e momenti privati. Anche il teatro affronta dunque questa icona del Novecento dopo il grande successo del film L’ora più buia (2017) di Joe Wright che è valso al protagonista Gary Oldman l’Oscar 2018 come miglior attore.

«Possibile – suggerisce l’incipit di questa “indagine” – che un uomo da solo riesca a cambiare il mondo? Un uomo fatto come gli altri, con un corpo uguale agli altri, le cui giornate sono costituite da un numero di ore che è lo stesso di quelle degli altri. Cosa lo rende capace di cambiare il corso della storia, di intervenire sul

fluire degli eventi modificandoli? Cosa gli permette di non impantanarsi nella poderosa macchina del potere e della politica, di non soccombere agli ingranaggi? La capacità di leggere la realtà? Il contesto? Il coraggio? La forza intellettuale?».

Domande più che legittime per un uomo sicuramente non qualunque: un uomo, un politico che è un’icona, quasi una maschera. Winston Churchill (1874-1965) per certi versi è il Novecento, è l’Europa, forse è colui che, grazie alle sue scelte politiche, ha salvato l’umanità dall’autodistruzione durante il bellicoso trentennio che va dal 1915 al 1945. In un presente onirico in cui l’intera sua esistenza è compresente, Churchill incarna il primato della politica e umanamente è un eccesso in tutto: tracanna whisky, urla, sbraita, si lamenta, ma senza mai arrendersi, fuma sigari senza sosta, tossisce, detta ad alta voce bevendo champagne, si ammala, comanda ma ascolta, è risoluto ma ammira chi è in grado di cambiare idea, spesso lavora sdraiato nel letto, conosce il mondo ma anche i problemi dei singoli, ha atteggiamenti e espressioni tranchant, e battute che sembrano tweets: «Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre».