OMAGGIO AL PITTORE PEPPINO DE NITTIS

di ROBERTO PETRUZZELLI

Regia: Roberto Petruzzelli
Con: Sabrina Reale e Roberto Petruzzelli
Spettacolo teatrale per attore e musica.

 

Esiste l’amore a prima vista? Non lo so e non muoio dalla voglia di saperlo. Una cosa è certa: esiste l’attrazione immediata! E io ammetto di essere stato improvvisamente rapito dai dipinti di Giuseppe De Nittis, il pittore che vendeva più quadri di Renoir.
Non sono un esperto d’arte, né un critico della pittura, ma semplicemente un individuo che ha provato “emozioni” guardando le tele dell’impressionista barlettano. E questo per me è stato importante.
Quella luce, quei colori, quell’eleganza delle atmosfere, quell’armonia dell’insieme e, soprattutto, quell’allegria dei Suoi capolavori mi hanno regalato serenità, quasi un abbraccio famigliare. Ho respirato l’aria della terra dove anch’io sono nato. Ovunque quegli odori! Anche quando il tramonto è sulla Senna e le corse sono a Auteuil; i suoi quadri traboccano di Italiana vitalità!
Sono convinto che ogni grande artista porti con sé i colori, gli accenti, i sapori della propria terra rendendoli poi fruibili al mondo intero.
Un avvenimento della Sua breve e intensa vita mi ha particolarmente colpito e riempito di curiosità: De Nittis sapeva che in breve tempo avrebbe perso la vista, il bene più prezioso per un artista dell’immagine.
“mi capita uno strano fenomeno: sulla carta dei giornali, sulle tele, sulla stoffa bianca della veste, sul cielo ,dovunque io guardo, vedo una miriade di buchi neri come fori di piombo a pallini. Non riesco più a lavorare”
Legittime domande allora sono affiorate alla mia mente: come visse il pittore De Nittis questo dramma? Cosa si scatena nella mente di chi si sta avvicinando al buio? Cosa “vede” un grande artista nel buio? Ho voluto cercare difficili(e personali) risposte scrivendo questo monologo,in cui al ricordo di alcuni momenti della sua vita privata e artistica si mescola la paura dell’oscurità.
Non voglio rappresentare un saggio sull’arte del Maestro barlettano:questo lo lascio ai critici,agli studiosi e al giudizio personale di tutti coloro che avranno, o hanno già avuto,la fortuna di godere della sua arte.
Questo omaggio a Peppino De Nittis è il frutto di una “rapina” nata da una “attrazione a prima vista”! Si, lo ammetto, io ho rubato! Ho sottratto idee dal Suo “taccuino”, da quanto critici e biografi hanno scritto Sulla sua arte e sulla sua vita; ho estorto i pensieri di sua moglie Leòntine e ho anche rubato le paure, provocate dalla loro cecità, di Borges e D’Annunzio. Ho “preso”da Josè Saramago, leggendo il suo capolavoro “CECITA’”. Ma soprattutto mi sono impadronito delle emozioni di questi dipinti; e da tutta questa preziosa “refurtiva” ho scritto MANNAGGIA!
(innocente imprecazione, spesso usata dallo stesso pittore).