nella riscrittura di Alessandro Baricco
uno spettacolo di Alberto Rizzi
con Natalino Balasso
e con
Luca Boscolo
Marta Cortellazzo Wiel
Diego Facciotti
Chiara Mascalzoni
Chiara Pellegrin
Pietro Traldi
Teatro Stabile di Verona – CENTRO DI PRODUZIONE TEATRALE
debutto: Teatro Romano, 1 settembre 2022 – Festival Estate Teatrale Veronese
“La guerra è un’ossessione dei vecchi che mandano i giovani a combatterla.”
Alessandro Baricco
Omero, Iliade
La riscrittura dell’Iliade a cura di Alessandro Baricco ha un intenso sapore di attualizzazione, riviviscenza, urgenza,
anche morale e civile. Alberto Rizzi mescola sapientemente questi ingredienti, trasferendo la vicenda in una cucina e chiamando uno chef d’eccezione come Natalino Balasso.
Natalino Balasso in una veste inedita e sei giovani attori danno corpo e voce all’Iliade diretta da Alberto Rizzi e scritta per il teatro da Alessandro Baricco. La vicenda è ambientata in una cucina, dove i sette interpreti “giocano” a mettere in scena la storia di Achille e della sua rovinosa ira. Un gioco roteante, visivo e visionario, dove lo spettatore è catapultato con grande forza evocativa dalle torri di Troia alle spiagge dei Greci, dagli accampamenti virili e nudi alle stanze dorate e sontuose. In un continuo movimento di immagini e scene.
Su queste potenti visioni si staglia la voce di Omero, quella parola che la scrittura di Baricco reinventa con maestria,
modernità e rispetto. Natalino Balasso si cala nell’agone epico nella visione di un Agamennone
tragicamente grottesco che Rizzi gli cuce addosso, sfruttando tutte le corde di un interprete che sa continuamente
reinventare il proprio personaggio.
L’Iliade è il romanzo fondante del mondo greco e di quei popoli che dai greci hanno imparato a pensare, governare, filosofare. Eppure, dice Baricco, tutto è iniziato in un giorno di violenza. Con guerrieri che affrontano il campo di battaglia come se fossero dei, e proprio per questo senza i veri dei.
«Amore e guerra. Il più antico, il più potente dei topos letterari, che attraversa tutto l’occidente, da Omero a Tolstoj.
Portare in scena oggi l’Iliade – dice Rizzi – significa ancora una volta leggere il presente, la guerra mostruosa che ruggisce anche oggi nelle nostre orecchie».
Gli adattamenti teatrali dei poemi omerici – aggiunge Piermario Vescovo – risalgono a tempi antichissimi. Già
nell’Ars poetica Orazio parla di “mettere in atto” Omero, definizione a tutt’oggi insuperata, perché pone al centro
l’azione teatrale che scaturisce dalle parole»