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6, 7, 8, 9 marzo 2018 ore 21.00 / Teatro Nuovo

di Carlo Goldoni / regia Beppe Navello

 

SIOR ZAMARIA TESTOR cioè fabbricatore di stoffe ………………… ANTONIO SARASSO

SIORA DOMENICA figlia di Zamaria ………………… MARIA ALBERTA NAVELLO

SIOR ANZOLETTO disegnatore di stoffe ………………… ALBERTO ONOFRIETTI

SIOR BASTIAN mercante di seta ………………… DIEGO CASALIS

SIORA MARTA moglie di Bastian ………………… DARIA-PASCAL ATTOLINI

SIOR LAZARO fabbricatore di stoffe ………………… ANDREA ROMERO

SIORA ALBA moglie di Lazaro ………………… MARCELLA FAVILLA

SIOR AGUSTIN fabbricatore di stoffe ………………… MATTEO ROMOLI

SIORA ELENETTA moglie di Agustin ………………… ELENI MOLOS

SIORA POLONIA che fila oro ………………… ERIKA URBAN

SIOR MOMOLO manganaro ………………… ALESSANDRO MERINGOLO

MADAMA GATTEAU vecchia francese ricamatrice ………………… GENEVIéVE REY-PENCHENAT

COSMO garzone lavorante di Zamaria ………………… GIUSEPPE NITTI

La scena si rappresenta in Venezia, in casa di Zamaria.

 

scene e costumi LUIGI PEREGO

musiche GERMANO MAZZOCCHETTI

luci GIGI SACCOMANDI

assistente alla regia VALERIA TARDIVO

assistente alle scene LUCA FILACI

assistente ai costumi AUGUSTA TIBALDESCHI

costruzioni sceniche FRANCESCO FASSONE

coreografie FEDERICA POZZO

direttore di scena YASMIN POCHAT

datore luci, audio e video RICCARDO PADOVAN

decorazione costumi CHIARA CODA ZABETTA

tecnici di allestimento LUCA LODDO, PEY

 

produzione TPE – TEATRO PIEMONTE EUROPA

con il contributo straordinario di FONDAZIONE CRT

 

L’Arena ti invita agli incontri con gli attori nei mercoledì di spettacolo ore 18.00 della rassegna DIVERTIAMOCI A TEATRO al TEATRO NUOVO

Dice Goldoni nella premessa a questa sua fortunata commedia di aver voluto raccontare una “metafora” autobiografica: in procinto di partire per la Francia, nel 1762, per sfuggire alle invidie e alle critiche che la sua riforma teatrale suscitava, ha pensato come propria la storia di Anzoletto, disegnatore di stoffe veneziano deciso a portare in Moscovia la sua creatività, anche lui disgustato dalle difficoltà di lavorare in patria.

Il tutto attraverso il dipanarsi di una delle tante sere della vita, tra discorsi fatti di nulla, tra il balenare di umori umanamente riconoscibili, tra una partita a carte e una cena tra amici, tra i gesti, le risate e le malinconie attraverso le quali, senza che ce ne accorgiamo, si compiono scelte decisive e irreversibili. Una lingua perfetta e vivace, straniera come il veneziano di trecento anni fa ma facilissima da capire perché diventa quella universale del migliore palcoscenico, ci coinvolge in un’irresistibile condivisione poetica.

Una delle ultime sere di Carnovale costituisce la terza tappa di un’ideale trilogia civile che, dopo l’Alfieri de Il divorzio e il Marivaux de Il Trionfo del Dio Denaro, attraverso i toni irriverenti della commedia settecentesca, ha l’ambizione probabilmente ingenua “di proporre umili pause di riflessione civile a un paese troppo affannosamente confuso nella propria contemporaneità”. E’ il momento di un’altra perdurante ragione di ansia collettiva, che dopo tre secoli riappare puntuale nel dibattito pubblico italiano: quello della cosiddetta “fuga dei cervelli”, che vede i giovani costretti dall’indifferenza del mondo dei padri, a portare altrove, lontano, la loro voglia di lavorare per il futuro. Chi meglio di una compagnia di giovani attori come quella che abbiamo cresciuto in questi anni a TPE potrebbe portare in scena con altrettanta passione questa storia antica eppure contemporanea?

Informazioni

Tel. 0458006100
www.ilgrandeteatro.comune.verona.it
www.teatronuovoverona.it

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