Caricamento Eventi

Informazioni / cast

Daniele Pecci – Pericle
Roberto Petruzzelli – Gower – Cerimone – Elicano
Teodoro Giuliani – Antioco – Boult – Filemone
Mario Monopoli – Taliardo – Pescatore
Giulia Cailotto – Marina
Walter Toschi – Cleone – Lenone
Roberto Vandelli – Simonide – Lisimaco
Annamaria Ghirardelli – Dionisa – Licorida – Mezzana
Andrea De Manincor – Cerimone – Pescatore
Paolo Bufalino – Leonino – Pescatore
Claudia Barbieri – Taisa

 
 
 
 

Pericle, Principe di Tiro è il primo dei drammi romanzeschi di Shakespeare e per la prima volta, con il Teatro Stabile di Verona, arriva sul palcoscenico del Teatro Romano a chiudere la rassegna di Estate Teatrale Veronese “Shaklespeare in Verona”, organizzata per festeggiare i sessant’anni di vita del prestigioso Festival Shakespeariano. La messa in scena (dal 30 luglio al 2 agosto 2008) è affidata alla regia di Paolo Valerio e vede protagonista Daniele Pecci, reduce dal successo televisivo dell’Ultimo Padrino dove interpretava Roberto Sanna. Accanto a lui gli attori della compagnia dello Stabile di Verona e i danzatori della RBR Dance Company. Le musiche di questa prima assoluta al Teatro Romano sono affidate ad Antonio Di Pofi, la coreografia a Cristiano Fagioli e Cristina Ledri, i costumi a Chiara Defant mentre l’allestimento scenografico è a cura di Giuseppe De Filippi Venezia con la collaborazione la Fondazione Arena di Verona.

In un’ambientazione dai confini spazio temporali indefiniti e dunque metaforici ha luogo il viaggio esistenziale dell’eroe-uomo Pericle costellato da un susseguirsi di ingredienti classici come il superamento di prove, le avversità della natura e degli uomini, la complicità degli amici, l’amore conquistato poi perso e ritrovato con immancabili riconoscimenti e, alla fine, il trionfo del bene.

La poesia di Shakespeare, che accompagna nei meandri dell’anima dell’uomo e del suo linguaggio, in questa messa in scena trova espressione anche attraverso la musica e la danza in una “sinfonia” tra i corpi di attori e danzatori, le immagini dei loro sogni e la musica delle loro parole. La visione di questo Pericle, nelle intenzioni del regista, diventa una piccola esperienza catartica e vuole trasmettere la speranza che il bene possa prevalere sul male al di là di epoche e geografie attraverso il dubbio e la continua ricerca di sé.