LETTERE D’AMORE

2024-04-25T00:00:00+02:00
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Martedì 27 marzo ore 18.00 / Piccolo Teatro di Giulietta

Le mie lettere sono fatte per essere bruciate

Dino Campana – Sibilla Aleramo

letture di Rossana Valier e Paolo Valerio

Introduce Marco Ongaro

Ingresso € 3.00

 

LA PASSIONE CHE DIVORA

Siamo ancora capaci di vivere un’intensa storia d’amore, di lasciarci

travolgere dai sentimenti, di perdere il controllo del cuore per

immergerci nel delirio della passione? Di abbandonarci, come scriveva

Montale  recensendo “Un Amore” di Buzzati, a quel “sentimento

amoroso che molti diranno patologico, ma che in realtà tutti gli uomini

che non hanno gli occhi e il cuore foderato da una cotenna di lardo

hanno almeno virtualmente provato” ?

Terra di incognite e tormenti, di brama e di esaltazione, la passione ha

alimentato da sempre gli epistolari di poeti e scrittori che, immuni alla

polvere del tempo, tornano a noi con un’intatta carica poetica e

sensuale.

Testimonianze alte dunque, che raggiungono le vette di uno speciale

lirismo, definibile epistolare, proprio perché chi scrive non è un

mittente qualunque. Tuttavia, chiunque scriva lettere per amore, come

ben sanno i pazienti destinatari del Club di Giulietta a Verona, viene

per un attimo toccato dalla scintilla di questo lirismo, per parlare una

lingua nuova.

In un connubio tra grandi scrittori, e scriventi che l’amore rende grandi,

il Teatro Nuovo in collaborazione con il Club Giulietta e l’Istituto

Internazionale per l’opera e la Poesia vuole rivelare al pubblico le tante

voci dell’amore, facendo conoscere lati privati e meno noti di grandi

autori della letteratura, e tante moderne parole di innamorati che da

tutto il mondo si appellano ai suoi imperituri simboli: Giulietta e Romeo.

Le presentazioni si svolgeranno al Piccolo Teatro di Giulietta, proprio a

lato del famoso balcone, e vedranno parola, musica, arti figurative,

danza e cinema uniti, in una sintesi che cerchi di dar voce, appunto,

all’inesprimibile. L’amore.

 

marzo 2018 Dino Campana – Sibilla Aleramo

aprile 2018  Rilke – Cvetaeva – Pasternak

maggio 2018 Alfred de Musset – George Sand

giugno 2018 Henry Miller – Anais Nin

 

UN VIAGGIO CHIAMATO AMORE

Entriamo  in punta di piedi in questa storia d’amore    estrema e  forte, quasi  chiamati a compiere un viaggio : un “viaggio chiamato amore” come lo definì genialmente Campana stesso.

Siamo nel 1916. La ribelle e  nota Sibilla Aleramo, femminista ante-litteram e gran seduttrice, dopo la lettura dei Canti Orfici decide di scrivere all’autore, Dino Campana.  Sibilla non era nuova nel  fare il primo passo, con confidente disinvoltura, avvicinando scrittori e scriventi per divenirne poi l’amata, ma questa volta l’autrice trova una personalità geniale e dura che le tiene testa. E gliela fa perdere. Il tre agosto ella raggiunge Campana  a Marradi. E la passione scoppia.

Ci saranno   sei o sette incontri, andirivieni, corse e rincorse tra Pisa, Livorno, Firenze, botte, minacce, gioia e lacrime, sino a quelle finali, del poeta solo e malato chiuso nel manicomio di San Salvi a Firenze. Tutti questi eventi- ormai perfettamente ricostruiti dai biografi e dalla studiosa Bruna Cinti-   sono sublimati e quasi resi  teatrali in un gioco di specchi tra vita, lettere e letteratura, che ci fa  piombare in un mondo speciale e complesso, di passioni tanto invidiabili quanto pericolose. 

Nessuno dei due scrittori  cambia il proprio “stile” nell’epistolario : lettere numerose, prolisse  e teatrali quelle di Sibilla, eccentriche e fulminee quelle del Campana, che addirittura esordisce in francese (proprio a stoppare il flusso riverberante dei lessemi aleramiani) e dichiara di non amare l’epistolografia.   Stili che si conservano sino a quando la vita avrà la meglio sui pensieri e i voli della mente, quando cioè le pochi brevi righe con la disperata richiesta di una visita in manicomio, da parte di Campana, concluderanno il viaggio.

Sempre pronta a parlare di sé, Sibilla non raccontò mai la sua storia con Dino. Ne affidò la memoria alle lettere che consentì a far pubblicare solo nel 1958, due anni  prima di morire.

                                                                                                                            Rossana Valier

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