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La Fabbrica nella costruzione retorica e poetica di Calderón – la fábrica gallarda del universo – e il Nero che scolora i percorsi dell’eros mistico di Juan de la Cruz nello scuro e nell’oscuro dell’ascesi conoscitiva. Un corpo femminile penetra lo spazio della Grande Sala pregna dei segni della creazione artistica. Nella sua assoluta nudità il corpo umano in-cella la densità del verso poetico di Juan de la Cruz, la aggioga, la colpisce con il muscolo potente dell’umano in essere. Nella geometria rigorosa del movimento, la tensione ascetica della parola si dispone sul campo spaziale come una meccanica algebrica dell’inconoscibile: matematica di Dio.

L’esperienza della nudità e del vuoto, dell’oscurità e del divino praticate dall’attrice di Fábrica si sviluppa nel tempo teatrale maturo di Canciones del alma, spazio temporale estraneo al tempo reale che, in uno spazio di rappresentazione ristretto, costringe l’attrice a mutazioni continue. I temi della maturità e del divenire impongono autorevolezza nell’organizzazione della fabbrica del corpo – così come in quella dell’Universo, scriverebbe Calderón – e, soprattutto nell’organizzazione dell’anima contenuta al suo interno, liberata in canzoni poetico-mistiche che sondano incessantemente l’invisibile.
E’ presente un nudo in scena

da Juan de La Cruz | Mise en parole e drammaturgia: Francesco Pititto | Regia: Francesco Pititto | Interprete: Sandra Soncini | Produzione Lenz Fondazione

 

Posto unico non numerato – 12 euro

Ritorro – 10 euro

Piccolo Teatro di Giulietta – Foyer del Teatro Nuovo

Ingresso dal Teatro Nuovo