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18-19-20-21-22-23 marzo

regia Giuseppe Dipasquale

Informazioni / cast

di Arthur Miller
con Mariano Rigillo
e Anna Teresa Rossini

Teatro Stabile di Catania
Doppiaeffe Production s.r.l.

Autore, opera e regia
Insieme a Tennesse Williams, Arthur Miller (1915-2005) è tra i più importanti autori americani del secondo dopoguerra. Nato a Manhattan da una famiglia benestante, fu influenzato dalle sue origine ebraiche e dall’ideologia comunista tanto da finire nel mirino della commissione presieduta dal senatore McCarthy. Un’esperienza che lo segnò profondamente e che evocò nel Crogiuolo(1953) dove una “caccia alle streghe” realmente avvenuta nel 1692 allude al maccarthismo.

Molti anni prima un altro evento aveva condizionato la sua formazione: la depressione del 1929 che lo costrinse a cercare lavoro per mantenersi agli studi universitari. Ben presto però emerse la sua reale vocazione, quella per il teatro. Laureatosi nel ’38, frequentò un corso di drammaturgia e fu ammesso al seminario del Theatre Guild.

Il suo primo grande successo teatrale è Erano tutti miei figli (1947) che l’anno dopo divenne un film con Burt Lancaster e Edward G.Rose. Due anni più tardi Miller scrisse in sole sei settimane Morte di un commesso viaggiatore che negli States divenne un evento nazionale con settecentoquarantadue repliche consecutive a Broadway e che gli valse il premio Pulitzer e due Tony Awards.

Un secondo Pulitzer lo ottenne nel ’55 con Uno sguardo dal ponte, altro pilastro del teatro americano. Seguirono anni di silenzio creativo, anni più dediti all’ambito familiare dopo le nozze con Marylin Monroe con cui rimase dal ’56 al ’61. Un’esperienza che riecheggia in Dopo la caduta del 1964.

Nei suoi testi, il drammaturgo ha demistificato il mito americano e mostrato la fragilità dell’essere umano, prima illuso e poi abbandonato dalla società. Il suo teatro, influenzato da Ibsen (Erano tutti miei figli ne è, secondo molti critici, tra gli esempi più illuminanti) costituisce uno dei più lucidi tentativi di proporre in tempi moderni il genere e le forme della tragedia.

«Nella prodigiosa struttura della pièce – dice Giuseppe Dipasquale – convivono allegoria e stringente concretezza. Un dramma famigliare si fa paradigma dei traumi che travagliano ancora oggi la società postindustriale. L’impianto scenico trasporta lo spettatore dentro il perimetro di un interno alto-borghese, le cui pareti assorbono da anni verità malcelate e ansie manifeste di responsabilità troppo a lungo sottaciute».

Trama
Joe Keller è un ricco industriale senza scrupoli che ha venduto all’aeronautica militare pezzi di ricambio difettosi causando la morte di ventuno giovani piloti. Keller fa ricadere la colpa sul suo socio Deever che finisce in carcere.

Tutto sembra tornare alla normalità ma sulla famiglia pesa il dolore per la scomparsa di Larry, figlio di Joe, pilota dato per disperso da tre anni. Ann, un tempo sua fidanzata, rivela che il giovane, a conoscenza del misfatto del padre, sarebbe andato volutamente incontro alla morte. Un fatto confermato anche dall’ultima lettera inviata da Larry alla famiglia.

Solo a questo punto Keller si rende conto di ciò che ha fatto ed è travolto dalla disperazione.

Durata:  2 ore e 30 minuti compreso l’intervallo